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Prepariamoci alle Olimpiadi di Pechino 2008

Ultimo Aggiornamento: 14/08/2008 04:16
17/07/2008 15:57
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Roger Rabbit
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INCROCIAMO LE DITA...


DOC..QUESTO è X TE!!!
Magari molte cose le saprai..ma da buona maniaca del passato ecco un piccolo sunto della STORIA DELLA SCHERMA...


Le più antiche tracce di un utilizzo non esclusivamente bellico della scherma sono state scoperte in alcune iscrizioni, risalenti al 1190 a.C, ritrovate presso il tempio di Madinet-Habu (Luxor - Egitto). Queste descrivono un torneo di scherma organizzato dal faraone Ramses III per festeggiare la vittoria sui Libici. Gli "atleti" erano equipaggiati con maschere, protezioni per il corpo ed armi inoffensive, mentre gli incontri erano giudicati da un vero e proprio arbitro, esattamente come avviene ai giorni nostri. È comunque probabile che da tempi ampiamente precedenti esistessero "giochi con le spade" praticati da diverse popolazioni come Cinesi, Ittiti, Assiri e Babilonesi per allenarsi al combattimento.
I Greci furono probabilmente i primi, almeno in Occidente, ad esaltare gli aspetti spettacolari, convenzionali e "cortesi" del confronto atletico ad armi bianche: basti pensare alle emozionanti descrizioni dei numerosi duelli descritti nell'Iliade.

Al contrario di quanto si possa pensare però la scherma non era compresa nei Giochi Olimpici antichi: i Giochi comprendevano diversi tipi di combattimento a mani nude (lotta, pugilato, pancrazio), ma nulla di simile alla scherma.

I Romani, forse riprendendo una tradizione etrusca, trasformarono l'arte di combattere un un grande show business. Il movimento dei gladiatori, pur esecrabile per la violenza e la cruenza degli incontri, ha avuto il pregio di diffondere le scuole di scherma e farne crescere enormemente l'importanza. Tra l'altro è probabile che la presenza al loro interno di campioni provenienti dalle più disparate regioni abbia avuto una grande funzione sincretizzante degli stili di combattimento.


Sicuramente molto importante per l'evoluzione dell'arte del tirare di scherma fu anche la tradizione celtica, forse la prima popolazione a dare una importanza fondamentale e quasi esclusiva ad armi corte assimilabili alla spada. Oltre ad inventare uno stile personale di confrontarsi con gli avversari, i Celti seppero circondare il combattimento e, soprattutto le armi utilizzate, di un'aura mistica che favorì specialmente nel VI secolo d.C. la nascita di una serie di leggende, molte delle quali, quella di Excalibur ad esempio, conosciute in tutto il mondo.

Nei secoli che seguirono ci fu sicuramente un'evoluzione delle armi (i Longobardi ad esempio introdussero una nuova spada che fu presa a modello per molto tempo a seguire), ma si sa ben poco dell'arte schermistica.Verso la fine del XIII secolo in Europa cominciano a diffondersi i Maestri d'Arme ed appare anche il primo trattato ufficiale di scherma. Si tratta di un manoscritto monastico anonimo ritrovato in una biblioteca di Leeds in Gran Bretagna: il trattato, redatto in lingua tedesca, è noto come "I-33" (o Tower of London Fechtbück)

ed illustra azioni basilari anche nella scherma moderna come misura, finte, parate e trasporti; attesta la possibilità di uso delle armi, oltre che per scopi bellici, anche per scopi "civili" come l'autodifesa e il duello: un concetto che contrassegnerà da qui in poi la filosofia della scherma.

Sul finire del periodo medioevale cominciano a fiorire scuole in tutta Europa e, inizialmente soprattutto in Germania, vengono scritti e, dopo Gutemberg anche stampati vari trattati.
Nel frattempo anche l'Italia stava prepotentemente inserendosi tra i giganti della didattica schermistica e ben presto, e per oltre due secoli, ne diventerà il leader assoluto. Il capostipite dei fondatori della scuola italiana fu quasi certamente il friulano Fiore dei Liberi con il suo celebre trattato Flos Duellatorum scritto nel 1410 presso la corte di Ferrara.

La scherma viene elevata a scienza e ad arte, ne vengono esaltati gli aspetti filosofici, morali ed educativi.

A partire dalla metà del XVII secolo si susseguono le principali innovazioni che porteranno alla scherma sportiva. La prima, fondamentale, fu lo sviluppo di una nuova arma da allenamento e destinata unicamente all'intrattenimento: si tratta di uno strumento leggero e con la punta allargata o ripiegata per ridurre il rischio di ferite. La nuova arma prenderà il nome di “fioretto” prendendo spunto dall'ingrossamento (o la ripiegatura) della punta che poteva ricordare il bocciolo di un fiore. Il primo riferimento ufficiale all'uso del fioretto sembra essere quello del 1670: monsieur Philibert de la Touche. Fu in seguito introdotta una serie di regole che limitavano il bersaglio da colpire soltanto a certe zone del corpo (Monsier Labat nel 1696, nel suo "L'Art En Fait d'Armes", introduce il bersaglio valido solo dal collo alla cintola).Viene infine sviluppata e molto gradualmente introdotta una maschera dotata di una griglia metallica a trama fitta che, permettendo la protezione del volto senza ostacolare la visuale, fa della scherma un’attività sicura. Curiosamente le prime maschere, sviluppate intorno al 1750 da Monsieur La Boessiere, secondo alcuni storici si ispiravano alle antiche maschere egiziane. La maschera comunque non avrà una diffusione particolarmente veloce: occorrerà circa un secolo perché diventi un componente quasi indispensabile dell'attrezzatura.


Il XVIII secolo vede alla ribalta la scuola francese caratterizzata dall'utilizzo di un'ennesima nuova arma da duello, evoluzione della striscia italiana, lo "spadino" dalla quale nascerà l'attuale "spada" per la scherma sportiva.In qust'epoca, anche se il ricorso ai duelli al primo e all'ultimo sangue è frequentissimo, comincia a diffondersi la cosiddetta "scherma da sala", una scherma esclusivamente ludica che vede il fioretto come arma principe e raccoglie sempre più ampi consensi.


Sorprendentemente è di questo secolo il primo tentativo di dotare gli assalti di un sistema elettrico di segnalazione dei punti (precedentemente si usavano altri espedienti per verificare la "materialità" della stoccata, come ad esempio il ricorso a coloranti sulle punte dei fioretti). Pare infatti che il primo sistema elettrico venne dimostrato (con scarsa fortuna) nel 1840 da monsieur Robert Houdin (il padre della "magia moderna" dal quale prese il nome, circa sessant'anni dopo, il ben più noto Erik Weisz, al secolo Harry Houdinì). Si dovette aspettare il 1935 perché in occasione dei Campionati Mondiali di Losanna venga nuovamente sperimentato con successo il sistema elettrico di segnalazione (per la spada), addirittura il 1957 per l'approvazione ufficiale della FIE per l'utilizzo del fioretto elettrificato e, ancora più incredibile, il 1988 per l'elettrificazione della sciabola.Soltanto sul finire dell'ottocento, soprattutto grazie ai grandi maestri italiani Radaelli e Magrini, la si cominciò a vedere sotto una nuova luce e gradualmente anche la sciabola venne assimilata alle altre due specialità schermistiche sportive.Nel 1861 fu fondata a Napoli la Grande Accademia Nazionale di Scherma che già fin dai primi momenti si rivelò di fondamentale importanza nell'ambito della tradizione magistrale schermistica italiana e nel 1880 fu dichiarata dal Re ente morale ed è fin da allora punto di riferimento centrale della didattica della scherma in Italia. Basti pensare che a tutt'oggi si tratta dell'unico organismo civile che per legge (RD 16.12.1926) e per riconoscimento della FIS ha l'autorizzazione al rilascio dei diplomi di Maestro e di Istruttore Nazionale.
La prima partecipazione italiana alle Olimpiadi fu in occasione della seconda edizione, quella del 1900 di Parigi e coincise anche con la prima medaglia (d'oro). Fu Antonio Conte che nella gara di sciabola per maestri battè l'ex connazionale (era emigrato in Ungheria) Italo Santarelli.
La diffusione della scherma in più ampi strati della popolazione contribuì all'evolversi dell'associazionismo sportivo e alla nascita di un organismo coordinatore nazionale: quella che oggi prende il nome di Federazione Italiana Scherma.. Il 1909 coincide anche con il primo campionato italiano (solo maschile però!).Un nome su tutti è sicuramente quello del livornese Nedo Nadi che con i suoi 5 ori olimpici su sei prove. Con l'edizione di Parigi del 1924 anche alle donne viene data la possibilità di competere ad alto livello. L'unica specialità ammessa è però il fioretto individuale.



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...se non puoi piacere a tutti con le tue azioni e la tua arte, piaci a pochi. Piacere a molti è male - NUDA VERITAS-...-SCHILLER-


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