interview...a parte la figa....PESSIMO!!
comunque...
avrei due proposte...suggerite da due libri che mi sono capitati tra le mani (uno letto l'altro iniziato ma abbandonato non per disinteresse ma perchè altro da fare ahahah)
Il primo è la versione cinematografica di "con gli occhi chiusi" , romanzo di Federigo Tozzi, molto psicologica come storia incentrata su un personaggio che subisce il carattere troppo forte del padre che non lo porterà mai a crescere.
Questo l'ho letto ma il film ancora non l'ho visto e quindi è la mia prima proposta....
trama:
Agli inizi del 1910 l'irascibile Domenico Rosi gestisce una trattoria ed è proprietario di vigneti e bestiame nella splendida campagna senese. Con lui i contadini debbono solo ubbidire e qualche massaia deve subire in silenzio le sue "attenzioni". E' però anche padre e padrone ottuso e violento perché tollera a fatica il figlio Pietro, che non lo aiuta, è pigro sui libri, è chiuso e probabilmente disadattato, protetto solo dalla dolce madre Anna (che poi morrà per un attacco improvviso). Pietro conosce Ghisola, una coetanea figlia di contadini, già al lavoro nei campi, che per lui così timido è soltanto un purissimo sogno. Domenico, intuito il pericolo, caccia la ragazza dalla proprietà e costei se ne va a lavorare a Radda in Chianti. Anni dopo, Ghisola, a Siena, viene ospitata ed astutamente "informata" da una donnaccia, Beatrice, che la "cede" ad ore ad un certo Alberto. Il nuovo incontro con Ghisola è fatale al giovanotto: Pietro adora ancora la giovane e lui vuole portare all'altare intatta colei che ha sempre considerata il proprio sogno e lei, umiliata da una devozione che urta ormai contro l'evidenza delle proprie condizioni, scompare di nuovo. Ad una riunione di socialisti un conoscente svela a Pietro, affranto, dove si trova Ghisola: è ospite di un bordello a Firenze. Qui giunto Beatrice tenta di nascondere Ghisola: ma costei si presenta a Pietro, che malgrado questa crudele realtà l'ama sempre "con gli occhi chiusi". Poi il giovane alla vista dell'evidente gravidanza di Ghisola cade sul pavimento come folgorato.
----------------------------------------------------------------------
Seconda proposta è "il male oscuro" versione cinematografica del romanso di Giuseppe Berto, visto ieri e felicemente soddisfatto della prestazione del Giannini nazionale.
Il film di per sè non è eccezionale ma vale la pena vederlo per l'interpretazione di Giannini, è eccezionale, come parla come si muove, come guarda, veramente il talento è talento.
trama:
Giuseppe Marchi, dominato da bambino da un padre autoritario e dispotico nella sua divisa di maresciallo dei carabinieri, cresciuto in una famiglia modesta, mantenuto agli studi grazie a grandi sacrifici e sempre frustrato da difficoltà e angustie, ormai cinquantenne, aggiunge alle sue pene il rimpianto di non aver fatto in tempo a rivedere il padre sul letto di morte. Sceneggiatore di scarso successo, dopo aver vissuto con Sylvaine, una vedova francese, si fa sedurre da una ragazza molto più giovane che sposa perché rimasta incinta. Marchi, che in realtà sogna di scrivere il romanzo della propria vita, non riesce a farsi accettare un copione su Giuda, rivisitato con intenti commerciali. Si autocommisera sempre e accusa spesso dolori laceranti. Un giorno finalmente decide di farsi visitare in una clinica dove lo operano per un'ulcera ed un'appendicite inesistenti. Stremato, infine tenta perfino il suicidio. Quando sua moglie parte con la piccola per trascorrere due mesi a Siusi, Giuseppe, costretto dentro un busto consigliatogli poiché ha un rene mobile, resta nel caldo romano a tentare di scrivere il primo capitolo della propria autobiografia. Anche quando finalmente decide di raggiungere sua moglie sulle Alpi, le sue manie e fobie non cessano. Intanto il suo copione viene respinto poiché il committente, nei guai con il fisco, si trasferisce altrove, lasciando a Marchi, per sdebitarsi, della terra coltivata ad uliveto in Calabria. Finalmente, l'uomo si affida ad uno psicanalista, il cui responso è facile e assai rapido: alla radice del suo male esistenziale vi è la figura paterna ed il suo condizionamento e, ora che lo sa, tutto gli appare più chiaro ed pensa di essere guarito. Ma a questo punto la moglie gli rivela di tradirlo da anni. Stando ormai così le cose, Giuseppe decide di andare a vivere da solo in una baracca fra gli ulivi calabresi, a zappare il suo orticello, da dove la sera vede, al di là dello Stretto, le luci della Sicilia, la terra in cui il padre, che ancora incombe nella memoria, era nato e vissuto.
[Modificato da Dottore Pannunzio 06/04/2010 10:15]
_______________________________________________________________________________________