Non so a quanti di voi possa interessare, ma sto facendo un'esperienza molto interessante e volevo condividerla con voi.
Tutto è iniziato il giorno in cui con la Mary siamo andate per fare un orlo al suo vestito nella bottega di sartoria del centro commerciale di Modica.
Veniamo accolte da un elfo di rara bellezza, vestito in modo perfetto che a gesti ci accoglie e ci indica la signora a cui dobbiamo rivolgerci.
L'elfo in questione è un sartino ungherese di nome Kurt che lavora anche lui in quella bottega, e data l'assenza di parola capiamo che è sordo.
La Mary aveva gli occhi che le brillavano per via della bellezza, ma anche dei modi molto attenzionati del suddetto sartino, e io avevo gli occhi che mi brillavano per la curiosità di comunicare in assenza di parola (eh si, la mia deformazione professionale da translatrix!)
Quindi entrambe per motivi diversi ci siamo sforzate di comunicare con lui.
Ci siamo scambiati le e-mail e dialogando tramite Messenger, ho scoperto una cosa molto interessante sui sordi : che anche per iscritto il modo di strutturare un messaggio è diverso dal nostro.
All'inizio pensavo che lui stesse usando qualche Babelfish o Googletrad, perchè le frasi erano alquanto difficili da capire, e poi riflettendo e osservando il modo in cui queste frasi erano strutturate, sono giunta alla conclusione che la sua lingua, ovvero la lingua dei segni, doveva essere logicamente una lingua per "ideogrammi" anzichè fonetica.
L'altro giorno, quindi, sono andata a comprarmi un libro per capire questa forma di linguaggio a me sconosciuta, e ho avuto la conferma di quello che pensavo.
Leggendo questo libro ho avuto l'impressione di entrare in un mondo parallelo dove il pensiero stesso è strutturato in modo completamente diverso.
Quando devi comunicare con un sordo, i segni che devi fare non corrispondono a un'ordine sintattico di tipo soggetto-verbo-complemento, ma a un'ordine (molto più logico) di idee, vale a dire prima il generico e poi lo specifico.
esempio : se devi dire "il gatto è scappato sotto il tavolo", farai prima un segno corrispondente al tavolo, poi un segno corrispondente al gatto, e infine un segno corrispondente all'animale che corre.
Questo è solo un esempio di quello che ho potuto leggere in questo libro (che ho finito di leggere in una giornata appena!)
Il libro è fatto molto bene e ci sono parti che descrivono anche il modo di vita dei sordi, e danno le informazioni principali che noi dobbiamo conoscere per poterci interfacciare con una persona sorda.
Per me è stata una scoperta affascinante (sarà deformazione professionale), e mi ha fatto venire voglia di studiare questa lingua.
Qualcuno di voi ha avuto mai occasione di comunicare con un sordo?
Avete mai avuto la curiosità di imparare la lingua dei segni?
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vaffanQbeta dalla vostra runnin'translatrix